Il termine Public Participation Geographic Information Systems (PPGIS) nasce negli Stati Uniti nel 1996, in un incontro organizzato dal National Center for Geographic Information and Analysis (NCGIA), come un’evoluzione della tecnologia GIS finalizzata a sostenere la partecipazione pubblica e la collaborazione delle comunità nei processi di governance e di pianificazione (Sieber, 2006). Da allora i sistemi si sono evoluti e specializzati. I PPGIS si differenziano per scala di riferimento (regionale, urbano e locale), per il tipo di processo decisionale (top-down o bottom-up), per funzione (informativo, consultativo, partecipativo, misto), per tipo di utilizzatori (istituzionali, altri stakeholder, cittadini). I PPGIS appartengono a quella evoluzione digitale che ha prodotto cambiamenti rapidi nei comportamenti e nelle scelte di cittadini e di decision-maker, e può accrescere la trasparenza dei processi decisionali. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC) rappresentano un indubbio potenziale, da verificare nelle forme e nell’efficacia, che può influire sulla crescita numerica della partecipazione e sull’apertura del processo ai non “addetti ai lavori” (Rzeszewski e Kotus, 2019). Gli strumenti a disposizione potrebbero infatti concorrere a superare, e a fare evolvere, il concetto di partecipazione, sostituendolo con quello di impegno cittadino, e a sostenere questo passaggio attraverso il protagonismo degli attori locali, complice l’uso di piattaforme digitali dedicate. Nel sito Maptionnaire, una piattaforma molto usata dai planner del nord-europa, il PPGIS viene definito come “un servizio che ha lo scopo di colmare i vuoti tra pianificatori e residenti. Grazie a questi sistemi la comunicazione tra parti diventa veloce e più semplice, l’accesso è ampio, la qualità dei dati migliore” (Maptionnaire, 2020). Eppure, le diffidenze nei confronti dei PPGIS permangono. Inaffidabilità delle informazioni raccolte, esclusione di fasce di popolazione non digitali, ostacoli istituzionali (Ganapati, 2011) e culturali (Brown et al. 2014) si accompagnano, a scala locale, con la difficoltà di impostare un processo veramente collaborativo (Rambaldi et al. 2014; Maptionnaire, 2018). Aspettative e scetticismi si fronteggiano, potenzialità e rischi si fiancheggiano. In questo terreno di mezzo si apre la sperimentazione svolta a San Lorenzo. Il framework è quello di un processo di partecipazione che, secondo il modello della scala illustrato da Arnstein (Arnstein, 1969), si situa nella categoria citizen power. La questione che la sperimentazione pone è il ruolo dei PPGIS nei processi decisionali a scala locale, l’accettazione dell’uso di piattaforme da parte dei cittadini, la possibilità di miglioramento dello strumento. La sperimentazione svolta viene finalizzata sia all’individuazione dei luoghi dove realizzare Oasi, sia alla progettazione di Oasi da parte dei cittadini attraverso strumenti separati: Carticipe nel primo caso e Unlimited Cities nel secondo .

Innovazione processo di partecipazione: l'uso di piattaforme digitali per la co-progettazione / Fratini, Fabiola; BERNABO' SILORATA, Ambra. - (2019).

Innovazione processo di partecipazione: l'uso di piattaforme digitali per la co-progettazione

Fabiola Fratini
Conceptualization
;
Ambra Bernabò Silorata
Resources
2019

Abstract

Il termine Public Participation Geographic Information Systems (PPGIS) nasce negli Stati Uniti nel 1996, in un incontro organizzato dal National Center for Geographic Information and Analysis (NCGIA), come un’evoluzione della tecnologia GIS finalizzata a sostenere la partecipazione pubblica e la collaborazione delle comunità nei processi di governance e di pianificazione (Sieber, 2006). Da allora i sistemi si sono evoluti e specializzati. I PPGIS si differenziano per scala di riferimento (regionale, urbano e locale), per il tipo di processo decisionale (top-down o bottom-up), per funzione (informativo, consultativo, partecipativo, misto), per tipo di utilizzatori (istituzionali, altri stakeholder, cittadini). I PPGIS appartengono a quella evoluzione digitale che ha prodotto cambiamenti rapidi nei comportamenti e nelle scelte di cittadini e di decision-maker, e può accrescere la trasparenza dei processi decisionali. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC) rappresentano un indubbio potenziale, da verificare nelle forme e nell’efficacia, che può influire sulla crescita numerica della partecipazione e sull’apertura del processo ai non “addetti ai lavori” (Rzeszewski e Kotus, 2019). Gli strumenti a disposizione potrebbero infatti concorrere a superare, e a fare evolvere, il concetto di partecipazione, sostituendolo con quello di impegno cittadino, e a sostenere questo passaggio attraverso il protagonismo degli attori locali, complice l’uso di piattaforme digitali dedicate. Nel sito Maptionnaire, una piattaforma molto usata dai planner del nord-europa, il PPGIS viene definito come “un servizio che ha lo scopo di colmare i vuoti tra pianificatori e residenti. Grazie a questi sistemi la comunicazione tra parti diventa veloce e più semplice, l’accesso è ampio, la qualità dei dati migliore” (Maptionnaire, 2020). Eppure, le diffidenze nei confronti dei PPGIS permangono. Inaffidabilità delle informazioni raccolte, esclusione di fasce di popolazione non digitali, ostacoli istituzionali (Ganapati, 2011) e culturali (Brown et al. 2014) si accompagnano, a scala locale, con la difficoltà di impostare un processo veramente collaborativo (Rambaldi et al. 2014; Maptionnaire, 2018). Aspettative e scetticismi si fronteggiano, potenzialità e rischi si fiancheggiano. In questo terreno di mezzo si apre la sperimentazione svolta a San Lorenzo. Il framework è quello di un processo di partecipazione che, secondo il modello della scala illustrato da Arnstein (Arnstein, 1969), si situa nella categoria citizen power. La questione che la sperimentazione pone è il ruolo dei PPGIS nei processi decisionali a scala locale, l’accettazione dell’uso di piattaforme da parte dei cittadini, la possibilità di miglioramento dello strumento. La sperimentazione svolta viene finalizzata sia all’individuazione dei luoghi dove realizzare Oasi, sia alla progettazione di Oasi da parte dei cittadini attraverso strumenti separati: Carticipe nel primo caso e Unlimited Cities nel secondo .
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1451263
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